"Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita"
Un’affermazione attribuita ad Albert Einstein e che pone questi piccoli insetti al centro di un ecosistema da cui dipende anche la nostra sopravvivenza. In parte perché provvedono all’impollinazione dell’80% delle specie vegetali, salvaguardando la diversità alimentare, e di 39 delle più importanti monocolture, che altrimenti non esisterebbero; ma anche perché le api sono un animale sentinella per l’ambiente dal momento che rilevano la presenza di inquinanti in un raggio di volo assai ampio.
L'Ape Regina
Essa costituisce il fulcro di tutto l’alveare. Senza un’ape regina, uno sciame non avrebbe modo di esistere. Il ruolo della sovrana, ricopre una funzione assolutamente necessaria per le api: la riproduzione.
La regina infatti è l’unico individuo dell’alveare in grado di accoppiarsi e di riprodursi. Tutte le altre api presenti all’interno della famiglia non hanno un apparato riproduttore che permette loro di deporre uova feconde. Ogni alveare possiede una sola ape regina. Essa, permette il ricambio continuo di api e la conseguente sopravvivenza di una famiglia.
Il compito primario delle api regine è deporre uova
La forza di uno sciame dipende molto dal numero di componenti e quindi dai ritmi di produzione della regina. Un’ape regina che si trova nel pieno delle sue forze, arriva a deporre fino a 2.000 uova al giorno!
L'Ape Operaia
Vive per circa 40 giorni e svolge diversi compiti.
Per i primi tre giorni dopo la nascita è ape "spazzina", dal quarto al decimo è "nutrice" (fa la pappa reale con le ghiandole ipofaringee), dall’undicesimo al quindicesimo è “ceraiola” (produce la cera dalle ghiandole sotto l’addome), dal sedicesimo al ventesimo è “guardiana” o “magazziniera”, dal ventunesimo al quarantesimo è “bottinatrice” (esce dall’arnia in cerca di fiori per recuperare polline e nettare).
Per i primi tre giorni dopo la nascita è ape "spazzina", dal quarto al decimo è "nutrice" (fa la pappa reale con le ghiandole ipofaringee), dall’undicesimo al quindicesimo è “ceraiola” (produce la cera dalle ghiandole sotto l’addome), dal sedicesimo al ventesimo è “guardiana” o “magazziniera”, dal ventunesimo al quarantesimo è “bottinatrice” (esce dall’arnia in cerca di fiori per recuperare polline e nettare).
Il Fuco
Il fuco delle api è il maschio della specie e ha il compito di fecondare l’ape regina e subito dopo muore.
Si riconosce in mezzo alle altri api operaie perchè è un po’ più grande e tozzo.
Dopo 15 giorni dalla nascita è già pronto per l’accoppiamento.
Vive nel periodo primavera estate quando nascono le nuove api regine.
Il fuco delle api non ha il pungiglione e non è in grado di prelevare polline e nettare dai fiori (bottinare)
Non hanno altri compiti e quindi dopo il periodo della fecondazione vengono allontanati perché considerati bocche inutili da sfamare.
Il Miele
Diversi studi indicano che il miele ha dimostrato capacità di limitare e contrastare lo sviluppo di diversi tipi di batteri coinvolti ad esempio nelle infezioni respiratorie, come le sinusiti evidenziando anche proprietà antinfiammatorie e calmanti per la tosse e i sintomi del raffreddore.
La ricerca ha confermato che il miele offre benefici e sollievo soprattutto durante la notte. Il segreto sarebbe proprio nella sua dolcezza: sembra infatti che il suo potere lenitivo derivi dal fatto che le sostanze dolci inducono naturalmente il riflesso di salivazione, causando le secrezioni del muco e l’effetto sedativo ed emolliente sulla faringe e sulla laringe.
A riprova, il miele è citato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, proprio come
rimedio naturale per tosse, mal di gola e raffreddore.